L’estate 2021 è ormai esplosa e con essa tornano tutte le abitudini ed i riti che rendono il nostro soggiorno estivo al paesello ogni anno unico ed irripetibile.
Da quando la nostra dimora a Montorio è diventata la casa di mio zio Don Crescenzo, sul Muro Rotto, insieme a Michele Liguori e Giulia Petti, che invece vi ci abitano tutto l’anno,  abbiamo deciso di caratterizzare e dare una nuova vita a questo quartiere che è uno dei più suggestivi di Montorio.
Così ogni estate attrezziamo lo spazio che c’è tra le nostre case  ( il ballatoio naturale che spezza la scalinata) con tavoli di colore bianco ed azzurro, un grande ombrellone per ripararsi nei pomeriggi assolati , delle poltroncine e sdraio confortevoli, vasi di fiori e faretti che rendono ancora più luminoso lo scorcio del Muro rotto.
In un ambiente cosi accogliente e conviviale  si svolgono la maggior parte delle nostre giornate, con colazioni, caffè pomeridiano e soprattutto cene tipiche, caratteristiche, a tema….o semplicemente mangiando un buonissimo pane e pomodoro….tutto rigorosamente con prodotti locali!
Chi passa è il nostro benvenuto… c’è sempre una sedia in più per gli ospiti, per un bicchiere di vino, un caffè, un pezzo di dolce appena fatto in casa…o addirittura per condividere l’intero pasto!
È così che in alcune serate d’agosto diventiamo in tantissimi, a condividere e ricordare in un tempo infinito,  personaggi, aneddoti e situazioni vissute da tutti noi nel nostro amato paesello, attorno ad una tavola imbandita e con un buon vino nel bicchiere.
E’ il nostro modo di vivere appieno Montorio, di respirarne l’odore ed i profumi, di sentirsi parte di quelle pietre, di rimanere in contatto con le proprie radici e di riempire di voci vicoli che altrimenti sarebbero deserti.
Sappiamo che una parte della Comunità non vive di buon grado questa nostra iniziativa….quasi fosse una prepotenza o una imposizione verso il resto del paese. In realtà noi la viviamo come un arricchimento alla vita estiva di Montorio, un’ulteriore bellezza che i forestieri ammirano ed i nostri amici di città ci invidiano.

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