Monumento all'Italia in un parco nella mia città di La Plata.

L’enorme ondata di immigrazione europea in America non esiste più.

Il continente europeo non espelle più i migranti, al contrario, li accoglie in gran numero dalle regioni più svantaggiate e conflittuali del pianeta.

E i paesi dell’America Latina e le loro economie non sarebbero più in grado di accogliere un flusso immenso di milioni e milioni di persone in cerca di lavoro, casa e futuro.

In questo contesto, la situazione dell’Argentina è simile a quella di altre nazioni di questo continente, anche se con la particolarità che non è un paese che registra grandi flussi migratori di suoi cittadini all’estero, cresciuti in tempi di dittature o profonde crisi economiche , ma con tassi di ritorno elevati.

Secondo gli ultimi dati ufficiali, poco più di un milione di argentini vivono all’estero, soprattutto nella Spagna e negli Stati Uniti.

In Italia vivono circa 72.000 argentini.

Lontani dai circa tre milioni di italiani arrivati ​​in Argentina tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento (tra questi, circa il 2,3% del totale sono stati molisani), secondo i dati dell’ultimo Censimento Nazionale, vivono In Argentina 88.799 italiani autoctoni, che rappresentano il 2,93% degli stranieri residenti nel Paese.

Da notare che la stragrande maggioranza degli italiani residenti in Argentina sono persone di età superiore ai 60 anni e vivono prevalentemente nelle aree urbane più popolose dell’Argentina centrale.

Fondamentalmente a partire dal secondo dopoguerra, la stragrande maggioranza dell’immigrazione che arriva in Argentina proviene dai paesi sudamericani, mentre sono insoliti gli arrivi di persone da altre latitudini, tra cui comunità cinesi, coreane e alcuni specifici paesi africani, come il Senegal.

Secondo l’ultimo censimento, la comunità straniera più numerosa in Argentina è quella del Paraguay (29,6% degli stranieri nel Paese), seguita dalla Bolivia (21,7%), il Perù (9,5%), la Venezuela (7,2%, recentemente, parte dei milioni di venezuelani fuggiti dal proprio Paese negli ultimi anni verso le destinazioni più diverse), il Cile (6,9%), l’Uruguay (4,2%), la Colombia (3,6%) ed il Brasile (3,1%).

Dietro questi paesi c’è l’Italia, che è ancora la più grande comunità non americana nel paese.

Ma, al di là dei numeri e dei cambiamenti politici ed economici nel mondo, l’italianità ha un segno indelebile in Argentina, nella cultura, nei costumi, nel cibo e perfino nella lingua (un esempio tipico, nello slang popolare gli argentini diciamo “laburo” al nostro “lavoro”).

Quando viaggio in paesi con culture e usanze molto diverse e non riesco a trovare dove mangiare di mio gradimento, la soluzione è semplice: un ristorante italiano, che per fortuna si trovano nelle più diverse parti del mondo.

Si stima che più della metà della popolazione argentina abbia antenati italiani (una percentuale che hanno solo l’Argentina e l’Uruguay nel mondo intero).

E in Argentina siamo 842.000 le persone con cittadinanza italiana iscritte all’AIRE, che costituiscono il maggior numero al mondo e il 16% del totale mondiale.

Così, quei milioni di lavoratori italiani arrivati ​​in queste terre circa un secolo fa, tra cui cinque dei miei bisnonni, hanno plasmato profondamente l’identità ed il modo di vita di questa regione del mondo.

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