Rari nantes in gurgite vasto
“Siamo tanti naufraghi sparsi un po’ qua un po’ là in questo immenso mare.”(Eneide, Virgilio)
Una volta, durante un discorso pubblico, quando concorrevi per la prima o la seconda nomina di sindaco, leggevi un foglio scritto di tuo pugno: ricordavi tua madre, per tutti noi montoriesi, l’adorata maestra Angelica e la frase: “L’importante è fare”.
Tu di cose ne hai fatte e sono certa che continui a farle, con quel silenzio che ti contraddistingueva perché erano i fatti che dovevano parlare e di certo, con te cantavano.
Sei stato sempre presenza costante nella mia vita: un vicino di casa intento a falciare il prato, uno zio, un amico, un dottore, una persona, che voleva essere chiamata semplicemente Paolo.
Mi rammarica non averti mai detto, che la ripresa del mio cantiere infermieristico porta anche il tuo nome.
Spero di avere il tuo stesso silenzio e di riuscire a fare e basta, nel pieno rispetto di ogni forma di vita.
Non serve fare l’elenco di ciò che hai fatto per ricordarti: ogni singola persona che hai curato, porta un po’ di te, così come ogni luogo di Montorio, ogni montoriese e la mia famiglia.
Sorrido e poggio la penna , anche perché ti immagino con il camice, a leggere queste righe, smanioso di abbandonare la situazione di bilico tra il già fatto e il non ancora fatto, che ti provoca questo dire.
Due parole ancora:
ciao Paolo.

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