Dopo la frustrazione che è stata la nuova eliminazione dell’Italia dai Mondiali in Qatar nel 2022 e il non aver potuto assistere all’evento (non volevo il tradizionale programma per vedere le partite di una sola nazione ma di squadre diverse, e non sono riuscito a farlo), il destino ha messo una Coppa del Mondo U-20 a pochi metri da casa mia, nel mio proprio quartiere.

Questa Coppa avrebbe dovuto svolgersi in Indonesia, ma a causa del rifiuto delle autorità di quel paese islamico di ricevere la delegazione israeliana, la FIFA ha tolto la sede poco più di un mese prima dell’inizio, e improvvisamente abbiamo avuto la sorpresa che l’Argentina era il nuovo paese prescelto e la mia città di La Plata era la sede principale.
La Plata, con 800.000 abitanti, è la mia città natale e di residenza, e la capitale della Provincia di Buenos Aires, la più grande e popolosa dell’Argentina.

Il Duomo nella Piazza centrale ed la Piazza Italia ed il Monumento alla Fratellanza, in centro della cittá di La Plata.

Le regole della FIFA stabiliscono che questo tipo di campionato non si può sviluppare negli stadi dove si giocano allo stesso tempo partite della Lega locale, motivo per cui sono stati esclusi quelli appartenenti ai grandi club della Prima Divisione.

Qui si trova lo Stadio “Cittá di La Plata”, con una capienza di 44.000 spettatori e che non è utilizzato dai club locali, che hanno stadi propri. In verità, penso che sia bellissimo, con un’ottima visuale del campo di gioco da qualsiasi luogo e di facile accesso.

E a 600 metri da casa mia!

Lo Stadio “Cittá di La Plata”

Nella fase a gironi l’Italia ha giocato in un’altra sede, la città di Mendoza, situata a 1.100 km dalla mia. Qui invece ha avuto luogo Brasile-Nigeria, partita che ho guardato con un occhio su un sito di risultati di calcio, perché la vittoria brasiliana garanti la qualificazione dell’Italia agli ottavi, ed a La Plata.

Per la partita degli ottavi di finale, lo stadio ha vissuto un clima molto particolare. Ha mostrato una massiccia presenza di tifosi, fra loro molti italo-argentini (Uruguay e Argentina sono gli unici paesi al mondo in cui più del 50% della popolazione ha almeno un antenato italiano), ed il rivale di turno ha dato un contesto speciale per l’evento.

Perche è stata contro l’Inghilterra, paese con il quale, per ragioni storiche e per l’attuale occupazione coloniale di parte del nostro territorio che ho ancora raccontato in altri articoli di Il Ponte, la società argentina nutre grande animosità. L’Inghilterra aveva giocato qui a La Plata le tre partite del primo turno in un clima molto ostile, si è stata qualificata con successo, i suoi giocatori avevano festeggiato con gesti verso un pubblico locale che aveva manifestato il suo rifiuto. Non per i giocatori stessi, ma per la nazione arrogante che rappresentavano.

Prima dall’inizio della partita ho potuto finalmente cantare l’Inno di Mameli in uno stadio di calcio, accompagnato da un pubblico che, non sapendolo cantare, lo ha seguito con applausi dall’inizio alla fine.

Prima degli ottavi di finale contro l’Inghilterra

L’inno inglese è stato quasi impercettibile sotto una cortina di fischi, un atteggiamento che non condividevo ma che era molto difficile evitare in una società che vive ancora nel dolore dell’usurpazione britannica.

Durante la partita, la squadra italiana è stata costantemente incoraggiata dai sostenitori argentini che hanno cantato – adattate e in spagnolo – canzoni abituali degli stadi locali. E il tradizionale “chi non salta è un inglese”, con cui tutti i tifosi argentini mostrano in ogni momento ed ogni posto il loro rifiuto del leone britannico.

L’inno di Mameli, prima della partita contro gli inglesi.

Il gol della vittoria per 2-1 della Nazionalina, a pochi minuti dalla fine, ha generato una festa fragorosa, che si è protratta fino alla fine del match, dove un pubblico euforico (io, i più) ha acclamato i ragazzi che hanno ricambiato il gesto con un applauso.

Fine della partita: vittoria italiana sull’Inghilterra 2-1 e qualificazione ai quarti di finale.

L’Italia ha battuto la Colombia nei quarti di finale, in una partita che ho visto in televisione, giocata nella città di San Juan, a 1.200 km da qui.

Gli azzurrini sono così tornati a La Plata per la semifinale, affrontando la Corea del Sud, in uno stadio tinto di rosso da una folla di tifosi della numerosa comunità coreana, e dei loro discendenti, che vivono in Argentina.

Gli inni della Corea del Sud e dell’Italia, e l’esultanza italiana dopo la qualificazione alla finale di Coppa.

E’ stata anche una vittoria italiana, difficile e ottenuta a pochi minuti dalla fine, contro un rivale di tutto rispetto. Poi c’è stata la festa per il passaggio ad una finale mondiale, davanti ad un pubblico che, questa volta senza alcuna ostilità, ha festeggiato la vittoria italiana e ha applaudito i giovani sudcoreani.

La finale è stata un po’ triste per me, perché desiderando ardentemente la vittoria italiana, dovrebbe essere stata a scapito della squadra uruguaiana, un paese vicino con persone meravigliose che ammiro e amo profondamente.

Confraternitá con tifosi uruguaiani all’ingresso dello stadio, prima della finale.

Ma in uno stadio strapieno di tifosi uruguaiani, che oltre ad avere una grande comunità con sede in Argentina, arrivavano in massa dal proprio paese, la Coppa finí nelle loro mani.

L’ingresso delle squadre di Italia e Uruguay per giocare la finale dei Mondiali.

È stata una vittoria meritata, di una squadra che ha controllato il gioco e ha trovato il gol della vittoria poco prima della fine. L’ho vissuta con dolore, portando la maglia azzurra e cantando da solo l’inno in mezzo a una folla uruguaiana, ma in un clima di rispetto e sintonia reciproci.

Anche con la tristezza della sconfitta italiana, è stata una consolazione che fosse con la consacrazione dell’Uruguay, un paese accattivante che è un vero miracolo calcistico, con appena 3 milioni di abitanti, due volte campione del mondo, due volte campione olimpico, 15 volte campione americano, ora campione del mondo giovanile, e i cui grandi club, Peñarol e Nacional, sono pieni di coppe internazionali.

La Azzurra nella Coppa del Mondo Argentina 2023

La nostra amata Italia ha disputato un torneo meraviglioso, ha battuto avversari tosti ed è caduta in finale solo negli ultimi minuti. Cesare Casadei è stato il capocannoniere e scelto Miglior Giocatore del campionato, e Sebastiano Desplanches è stato consacrato Miglior Portiere della Coppa.

Il capocannoniere Cesare Casadei ed il portiere Sebastiano Desplanches.

La squadra ha avuto anche altre figure di spicco che saranno sicuramente grandi stelle del calcio italiano.

Matteo Prati e Tommasso Baldanzi

Ed io ho avuto il privilegio di vedere l’Italia in un Mondiale a pochi metri da casa mia, come un sogno che si avvera.

Forse questa bella Nazionalina sia il seme di grandi giocatori che possano riportare l’Azzurra nell’élite del calcio mondiale.

Forza Italia sempre!!!!!

Subscribe to our newsletter!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This website uses cookies. By continuing to use this site, you accept our use of cookies.