Sono sempre tantissime le fotografie che ritraggono Montorio, da particolari e caratteristici punti di osservazioni: dai colli, dalla Guarenza, da colle Peturso, dalla selva, da Larino. Ed ancor più numerose e particolari sono le fotografie di angoli caratteristici , di strade, di gradinate , di balconi, di “murilli”, di angoli , di case, che si prestano ad essere addirittura dei quadretti e dipinti, da tanti montoriesi ,ed anche da tantissimi forestieri, innamorati di questo piccolo paese dell’ Italia meridionale. Che cosa rende questo piccolo paese così adorabile, così interessante, così piacevole, sono domande molto curiose, che forse non potranno avere  una risposta , precisa e determinata … ma che, tuttavia, richiedono delle seppur approssimative e generiche risposte, quasi a svelare il mistero di questa magia e di questo incantesimo.  Fortunatamente, per i coraggiosi e pazienti lettori, noi non abbiamo una laurea in antropologia, né in sociologia, né tantomeno in scienze politiche, e né siamo quotidianamente presenti nei convegni universitari, né nei seminari di studi specifici, che riguardano l’analisi e lo studio delle condizioni di vita degli sfortunati “paesani” che, purtroppo o fortunatamente, vivono in questi piccoli centri semiabbandonati del Molise, come Montorio. Così, per non dilungarci in problematiche lunghe e tortuose, ci accontentiamo di fare solamente delle piccole osservazioni che certamente saranno utili a queste semplici riflessioni mattutine. Troppo spesso le belle fotografie o i dipinti caratteristici hanno come oggetto angoli particolari o costruzioni o strade, che sembrerebbe appartengano solo alla sfera urbanistica o dei materiali usati nella costruzione. Le pietre accapezzate, la calce, i mattoni, le travi di legno o di ferro, i tetti, i coppi, o le tegole. Le porte, i portoni di ingresso, le finestre. Tutti elementi materiali, tenuti insieme dalle varie tecniche di costruzione. E se l’impatto visivo coglie gli aspetti materiali degli oggetti osservati, non bisogna trascurare tutta la parte riguardante i rapporti sociali, culturali, etici , che sono il vero patrimonio immateriale di una collettività. Sebbene non molta numerosa,  ma che ugualmente è depositaria di una identità e di una storia che, attraverso molteplici fasi evolutive, ha portato a quella specifica e definita soggettività collettiva, che poi in realtà, si dimostra la maggiore attrattiva per i visitatori, i turisti , i forestieri che occasionalmente, o per scelta, hanno deciso di visitare questo piccolo paese. E’ quello che comunemente viene definito “patrimonio immateriale di un popolo. E Montorio ha un patrimonio culturale molto ben definito, che ancor più del patrimonio urbano, storico ed  artistico, costituisce una attrattiva quasi impercettibile a livello sensoriale, tuttavia rende il visitatore o il turista, un ospite di riguardo, un visitatore ben accetto, accolto con rispetto e con forte senso di convivialità. Sarebbe troppo lungo e difficoltoso risalire ai processi storici e sociali , che hanno formato questo paese, fin dai tempi più remoti, ma che, in effetti, hanno costituito “il linguaggio, la identità, la soggettività propria ” di questa piccola comunità. Così che il turista o il visitatore, quasi si accontentino e restino affascinati da questo idilliaco clima di cordialità e di convivialità. Purtroppo, c’è un vecchio  proverbio che dice: “i guai della pignatta, li conosce la cucchiara che ci va dentro!” Così, regolarmente, proprio in occasione delle elezioni politiche o amministrative, questo magico equilibrio viene infranto, come quando si rompe l’uovo di pasqua di cioccolato, e tra ridicoli gruppi di montoriesi, che sono chiamati al voto, si accendono conflitti, rivalità, competizioni, che riflettono più quella disturbata  competizione sportiva legata al calcio, o ad altre manifestazioni sportive, trascinando la già esigua popolazione montoriese, in una corsa, in una gara, in un “duello”, che non le appartiene, e dal quale la gente di Montorio resta estranea. Se non dire: passiva. Sono vari decenni che  sistematicamente,  questa “tradizione-politica-elettorale”, trascina le persone in una competizione di cui loro stessi si sentono più vittime che protagonisti. che in verità, per interessi diretti e personali di alcuni sobillatori del popolo, vengono coinvolti in una vicenda che è e resta a loro estranea. e crea piuttosto disagio e fastidio. Mentre quell’equilibrio, quella socialità, quella solidarietà, per un tempo, fortunatamente non molto lungo, viene , semplicemente, disturbata. Fortunatamente, i montoriesi, non sono tutti facilmente TIFOSI e conservano la loro intelligenza e la loro dignità. E, sebbene alcuni più deboli, cedono al richiamo delle sirene di Ulisse, sperando di riceverne  favori e benefici personali, come puntualmente si verifica, la maggioranza aspetta con pazienza e spirito di sacrificio, un evento imposto dall’alto. Perché, nonostante il baccano ed il frastuono, i montoriesi restano delle brave ed oneste persone. 

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