di Valerio Carfagnini

Caro Franco, sono quasi due mesi che ci hai lasciato e mi sembra ancora tutto un sogno, un bruttissimo sogno dal quale vorrei al più presto svegliarmi. Mi sembra impossibile, infatti, venire a Montorio e non averti come punto di riferimento, passare davanti alla tua casa, davanti alla bottega in via Solferino, davanti al bar e non pensare: “chissà cosa fa Franco? Dove sta? Non l’ho visto e devo andare a trovarlo”. Ci siamo sentiti l’ultima volta in occasione delle feste natalizie, come tutti gli anni, siamo stati al telefono per diverso tempo, ti ho sentito stanco, ma nello stesso tempo contento che sarebbero venuti i tuoi figli, che saresti diventato ancora nonno da parte di Caterina. Di persona ci siamo visti l’ultima volta in occasione della festa di tutti i Santi a Montorio, ero venuto a trovarti, avevamo fatto anche dei progetti per il futuro, di fare quella famosa cenetta da tanti anni progettata e mai realizzata, ora mancava Fonzino, ora Nicola, ora Andrea, ora Emanuele e quindi sempre rinviata. Sapevo che non stavi bene, ma mai avrei immaginato che quella sarebbe stata l’ultima volta che ci saremmo visti. Mi sono venuti in mente, come in una pellicola, le tante immagini passate, del resto ne abbiamo combinate di cotte e di crude, agli scherzi, all’acqua rovesciata di “mastro Nunzio”, anche quando siamo andati in bici a Termoli e siamo tornati a mezzanotte con i genitori che ci aspettavano in piazza giustamente incavolati. Salivamo in sette sul furgone Ultravox e partivamo alla conquista del mondo, non avevamo nulla in tasca, massimo 1000 Lire ma avevamo un tesoro immenso, la nostra giovinezza e la nostra grande amicizia. In questo revival non posso non pensare ai tuoi cari, a Lina in primis tua fedele compagna di una vita. Mi viene anche in mente la data del vostro fidanzamento 10 Agosto 1969, ovviamente eravamo andati a ballare a casa di Teresa Mancini a quei tempi organizzare una festa era una difficile impresa, bisognava avere il permesso dei genitori. Ricordo il temporale le volte seguenti alla sera di San Rocco alla casa di Stefania. Mi ricordo quando vi siete sposati, la nascita di Donato, quando è tornata Francesca nevicava e per far salire la 127 bianca ho dovuto sudare sette camicie, poi Caterina dopo Ferragosto e Roberta in Aprile. Devo menzionare anche gli avvenimenti tristi che abbiamo vissuto vicini come quando è venuta a mancare la vostra prima bambina, l’incidente di Donato, la caduta di Roberta e quindi momenti difficili. Ricordi belli e brutti che fanno parte della vita. Voglio concludere con una speranza! Voglio credere che un giorno di rivedremo come dice il ritornello di un famoso film quando questo avverrà come e dove non lo so. Quello che so invece è che al momento parlo a nome di tutti.

Non ti dimenticheremo mai!

Ciao Valerio

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Di ilponte

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