Quest’anno nella mia città  il 28 dicembre si è  festeggiato l’ottantesimo dalla liberazione.

Ortona, molti lo sapranno, fu’ nel 1943 teatro di guerra, la cittadina posta sul mar , fronte  tedesco fu’  liberata dagli alleati proprio negli ultimi giorni del dicembre 1943. Quel Natale  fu’ per Ortona un natale di sangue…ma andiamo per gradi.

Come vi accennavo vuoi per una questione logistica che per una serie di eventi, Ortona era stata conquistata dai tedeschi che avevano creato una serie di trappole per gli alleati (canadesi, inglesi, indiani) sfruttando la conformazione del paese, fatto di vicoli e case contigue, ma anche della periferia della cittadina  che era costituita da piccole frazioni , tra le quali ricordiamo  Villagrande (dove abito), teatro di un sanguinoso scontro tra le parti in causa, dove furono molti i civili a morire.

Lo sforzo bellico degli alleati costò  la vita a tanti civili ma anche a tanti giovani soldati arrivati a rinsaldare le fila, lasciando la loro vita per la libertà  di altri.

Sono stati scritti numerosi libri che raccontano la battaglia di Ortona, ma io oggi vi voglio raccontare di un prato verde disteso su una collina pieno di croci bianche, il cimitero Canadese, alle porte della città,  dove riposano i giovani soldati canadesi caduti in guerra  vi voglio parlare di un museo il MUBA43 dove sono raccolte tutte le informazioni,  le foto, le attrezzature militari e dove è  stato realizzato un enorme e dettagliato  plastico della città  che ferma il tempo in quei giorni di guerra. Voglio parlare  di tanti storici , come il mio amico Mario Cesarii che hanno consacrato il loro tempo alla ricerca di materiale che potesse contribuire a ricordare quei terribili giorni di guerra.

E lo farò  attraverso queste foto che testimoniano  la paura, il dolore, la perdita, l’incertezza…perché questo sia da monito affinché non si ripetano mai più  giorni così terribili  anche se purtroppo in tante troppe parti del mondo i conflitti sono ancora presenti.

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